Vallecorsa

 

Provincia di Frosinone, abitanti 3.510, superficie Kmq 29,71, altitudine m. 360

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La Storia

Secondo una delle ipotesi più accreditate la posizione geografica di Vallecorsa è anche l’origine del suo nome: il paese si trova, infatti, sopra un costone lungo una valle di passaggio che mette in comunicazione la valle Latina (la Ciociaria) con la piana di Fondi. Questa posizione ha caratterizzato l’abitato vallecorsano facendone una cerniera fra due realtà economiche e poi politiche.

Con le invasioni germaniche Vallecorsa divenne l’avamposto di confine dello stato del sud, o meglio delle realtà politiche formatesi nell’area di Fondi: signorie che avevano la necessità di controllare le montagne alle loro spalle e il passo di Vallecorsa.

Per questo motivo fino al Cinquecento il centro dipese dai domini fondani e fino all’inizio del Novecento, anche dai medesimi vescovi.

 

Abitanti: Vallecorsani

Festa patronale: San Michele

Frazioni e Località: Quercia del Monaco

Comuni limitrofi: Castro dei Volsci, Fondi, Amaseno, Lenola, Monte San Biagio.

Distanza da Frosinone Km. 28

Autostrada: A1 Frosinone.

La storia di Vallecorsa inizia, come tantissimi altri paesi della zona, all’epoca del suo incastellamento, sopra un rialzo lungo la strada montana a dominio della valle e della via. Sorto dunque nel Medioevo come feudo militare, Vallecorsa fu coinvolto in alcuni avvenimenti del tempo: nel 1216 Ruggero dell’Aquila, conte di Fondi, dopo aver aggredito Giovanni de Ceccano nel suo castello, venne raggiunto, affrontato e sconfitto da quest’ultimo proprio al passo di Vallecorsa. Nel 1343 i milites vallecorsani furono mobilitati e parteciparono alla guerra contro Terracina; alla fine del Trecento tutto il paese fu coinvolto nelle guerre prodotte dallo scisma d’Occidente, consumatosi a Fondi, capitale della contea.

Dalla famiglia dell’Aquila intanto il feudo passò ai Caetani, nipoti di Bonifacio VIII, rimanendo nelle mani dei familiari del pontefice fino al Quattrocento, quando divenne possesso dei Colonna ai quali rimase fino alla devoluzione dei feudi. Nel corso del Cinquecento Vallecorsa, venuto a far parte definitivamente dello stato pontificio, fu coinvolto dai Colonna nelle loro avventure dinastiche e di contrapposizione al papato: per questo il paese fu più volte coinvolto in guerre locali e, sembra, spesso attaccato e danneggiato. Anche se dopo la guerra detta di Campagna, lo stato pontificio non sostenne più combattimenti in Ciociaria, Vallecorsa conservò il carattere di feudo militare con i bellicosi Colonna.

Con l’età moderna si registrò un incremento della popolazione che trovò un’importante risorsa nella coltivazione dell’olivo e soprattutto nella sua commercializzazione: dal Settecento fa la sua comparsa, infatti, “l’ogliararo” vallecorsano, una figura caratteristica dell’economia del Lazio meridionale.

Le vicende della rivoluzione francese e quelle napoleoniche influirono sulla vita di Vallecorsa in quanto agevolarono l’ascesa delle nuove forze borghesi ma provocarono anche la violenta rivolta delle popolazioni: da questa ribellione ebbe origine il brigantaggio. Vallecorsa è stato uno dei centri più coinvolti sia per il numero che per il ruolo dei pastori e contadini diventati briganti.

L’unificazione nazionale non ha avuto eco nel paese ove però, nel 1867, durante la sfortunata spedizione garibaldina culminata con la sconfitta di Mentana, vi fu un episodio minore con la morte e la cattura di diversi patrioti da parte delle forze papaline.

Dopo l’unità molti abitanti di Vallecorsa sono stati costretti a prendere la via dell’emigrazione.

Ancora si individua il circuito murario medioevale, oggi inglobato nelle abitazioni, ma ben segnato dalla presenza di torri e da alcune porte di cui, quella detta Missoria, è ancora la più rilevante. Interessanti sono le Chiese di San Martino e Sant’Angelo, in quartieri divisi da una tradizionale rivalità. Entrambe conservano alcuni dipinti notevoli: nella Chiesa di Sant’Angelo si conservano un polittico attribuito a Jacopo Zucchi e altri quadri a soggetto religioso, recentemente riscoperti dopo un attento restauro; nella Chiesa di San Martino un’opera da segnalare è la statua lignea di una Madonna.

Nella più recente piccola Chiesa di Sant’Antonio si conserva invece un Crocifisso, sempre ligneo, del XVI secolo.

Il paesaggio è brullo a causa del terreno di natura carsica: tutto il panorama si gioca su questa lunga e sottile valle che è circondata da montagne letteralmente sagomate dai lunghi filari di muretti in pietra, costruiti con fatica nel corso dei secoli, per contenere la terra e consentire la coltivazione dell’olivo.

Sebbene l’economia locale sia fortemente decaduta, Vallecorsa mantiene ancora la funzione di centro di transito; l’attività agricola è per lo più fondata sulla tradizionale coltivazione dell’olivo. Si segnala anche qualche piccola industria che dà lavoro a pochi operai. Molti vallecorsani si sono diretti verso la pianura Pontina, rilevando medie e piccole aziende agricole. Altri sono inseriti nelle attività produttive dell’area industriale frusinate e negli impieghi.

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