Lo chiamiamo San Bernardo Arcano, cioè di Arcanum,
dato che così era denominato il Monte di Rocca d’Arce, il pellegrino inglese
protettore di questo paese, per distinguerlo dall’omonimo ben più famoso Santo
di Chiaravalle.
La Chiesa di San Bernardo è la chiesa parrocchiale,
arcipretale, dedicata anche a Santa Maria Assunta. Giova riportare la menzione
di Pasquale Cayro, che scriveva nel 1811: “Santa Maria è stata, ed è la
Parrocchiale, curata, e recettizia della Rocca d’Arce, e dopo che vi si trasferì
il Corpo di San Bernardo, parimenti con tal nome cominciò ad appellarsi,
celebrandosi la Festività con concorso di gente a quattordici Ottobre. Né i
Bollantisti, né il Ferrari fanno menzione di questo Santo, bensì dir dobbiamo,
che sia stato uno di quei uomini dotato di eroiche, e sante virtù; e si vuole,
che in una Chiesa tra la Rocca, ed Arpino abbia cristianamente vivuto, e quindi
ivi dopo morto trasportato: essendo stata, ed è grande la devozione, e concorso
anche delle popolazioni fuori Diocesi per venerarlo, ed ottenerne le grazie”.
A. Ferrari, per vero, nel catalogo dei Santi
d’Italia, riporta note della vita di san Bernardo arcano. Racconta il
rinvenimento del sacro corpo presso la cappella di San Giovanni, in territorio
di Arpino ma apud Arcanum, cioè presso Rocca d’Arce e l’intervento del suo
Preposto: “Quare Praepositus, his verbis perterritus, coacto populo, ad locum
pergit, inventumque Bernardi corpus, Campanis Arpini ultro sonantibus, in
Ecclesia Sanctae Mariae Arcis, ut vocant, translatum pie recondidit” (Perciò il
Preposto, impressionato da queste parole, radunata la popolazione, si dirige
verso questo luogo e, trovato il corpo di Bernardo, mentre le campane di Arpino
suonavano da sole, devotamente lo trasferì nella Chiesa di Santa Maria di Arce,
come la chiamano). Santa Maria di Arce deve intendersi di Rocca d’Arce.
San Bernardo, tuttavia, non è un Santo canonizzato,
cioè ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa per mezzo di un atto dell’autorità
papale che segue il cosiddetto “processo” per arrivare alla canonizzazione. La
sua “santità” è stata riconosciuta e dichiarata dal popolo fedele, che lo ha
cominciato a venerare e ad invocare per i suoi miracoli, come tramanda la
leggenda o meglio la credenza popolare. Per i Rocchigiani non conta il fatto che
San Bernardo non figura nel calendario né nell’elenco ufficiale dei Santi: per
essi San Bernardo è il Santo più grande che ci sia, il Santo che fa gran peccato
bestemmiare, il Santo su cui prestare inviolabili giuramenti, il Santo da invocare
nei momenti di maggiore bisogno per essere miracolati. Ebbe a dire un anziano
devoto contadino di Rocca d’Arce che San Bernardo è vero Santo, “non tutta
quella mammucciama del calendario!”. Dove mammucciama, nel dialetto locale, sta
per un insieme di bambocci, ossia di figure di poco conto.
Alcun tempo dopo la morte del Santo, dopo
l”invenzione” e la “traslazione” del suo corpo da parte del Preposto di Rocca
d’Arce, importanti e accompagnate da imponenti manifestazioni di fede e da
concorso di folle numerose, furono le “ricognizioni” del 1698, da parte di
monsignor G. Ferrari, e del 1901, da parte di monsignor A.M. Jannotta. San
Bernardo è invocato specialmente contro la “guglia” o “aguglia”, che nel
dialetto locale sta per ernia, e contro la grandine e i temporali.
La Chiesa di San Bernardo è stata costruita in varie
fasi. Una prima costruzione doveva essere nel sito ov’è ora la Cappella di San
Bernardo. Doveva essere la chiesa abituale dei castellani, oltre quella di
Sant'Agostino. Vien fatta menzione della Chiesa di Santa Maria in una Bolla di
papa Nicolò V del 1451, in cui si dice che questa chiesa aveva l’Arciprete. Al
tempo della erezione del Seminario fu tassata per contribuire alle relative
spese. Aveva, oltre l’Arciprete, ben sette Prebendari. Nel 1561 fu costruita
l’attuale corpo grande della chiesa, così come indica la data incisa sotto la
cella campanaria. Nel 1698 si ebbe la costruzione del cappellone. I Signori
Boncompagni, che possedettero il Castello per molti anni, ferventi devoti di San
Bernardo, fecero dono della cassa di piombo in cui furono conservate le ossa del
Santo Pellegrino e Confessore.
La pianta della Chiesa è a croce latina.
L’architettura, dalle ampie linee, in un contenuto e sobrio stile barocco, è
disegnata da apprezzabili stucchi. L’antico altare, monumentale, anch’esso in
stucco, è stato sostituito da più semplice struttura marmorea, in seguito alla
riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Apprezzabile e ben conservato è il
coro in legno. Notevole qualche tela, come l’Apparizione della Madonna a San
Bernardo, di ignoto pittore della scuola napoletana del Seicento. Altri dipinti
su tela rappresentano La Pietà, opera anch’essa del Seicento; la Vergine, con
Bambino, offerente lo scapolare e, sotto, San Bernardo e San Pasquale di Baylon;
l’Assunta con San Bernardo al trapasso, opera dell’Ottocento; Madonna con Santi
e Madonna con anime del Purgatorio, opere del Settecento.
San Bernardo si festeggia il 26 giugno, giorno
commemorativo dell’invenzione”, o rinvenimento, del sacro corpo e della
ricognizione fatta nel 1698. Altra festa si celebra il 13 settembre ed altra
ancora il 14 ottobre, che coincide con la fiera più importante di Rocca d’Arce.
Nel passato fu particolarmente di richiamo la fiera di San Bernardo per le
merci, il bestiame, le sementi, gli attrezzi agricoli, il vischio, scarpe,
scarponi, ombrelli, vestiario pesante per l’inverno.
L’architettura esterna della Chiesa di San Bernardo
è composita, ma omogenea e armonica nell’insieme del suo corpo di fabbrica. La
facciata presenta evidenti le varie epoche di costruzione, di aggiunte, di
sopraelevazioni. Tutto il lato sinistro, guardando la Chiesa, corrispondente
alla cappella di San Bernardo, presenta rimaneggiamenti di gusto barocco nella
lunetta e sopralunetta della porta, nel cornicione a filo-copertura, nella
guglia con palla ornamentale o acroterio. La torre campanaria è incassata nella
intera fabbrica per oltre due terzi e porta i segni delle sue sopraelevazioni.
L’antico volto dell’intera facciata era a nudo muro fino all’ultimo restauro di
qualche anno addietro, quando è stato ricoperto di intonaco, eccetto il profilo
della torre campanaria. |