Paliano

 

Provincia di Frosinone, abitanti 7.130, superficie Kmq 70,12, altitudine m.470

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COMUNI

La Storia

Diverse sono le origini attribuite al nome della cittadina: chi lo fa derivare da una tribù romana, la Pollia, chi dal toponimo Pugliano, chi da unfundus Pollianus. Il territorio palianese, incastonato fra la Ciociaria storica e la Campagna romana, è abitato da tempi antichissimi. Ai suoi margini si sono trovate, oltre alle tracce di una stazione preistorica, reperti archeologici di epoca romana di una certa consistenza: mosaici, vasi, sepolture, una serie di ville rustiche ed una fabbrica di laterizi. Fra il III e il IV secolo d.C. si era costituita una comunità cristiana, documentata da una catacomba in località San Quirico, a cui fece seguito anche una comunità di eremiti localizzata nella Grotta di Principotto.

Nel secolo VIII era presente nella contrada rurale di Santa Maria di Pugliano una grande proprietà fondiaria della Chiesa romana.

 

Abitanti: Palianesi

Festa patronale:Sant'Andrea.

Frazioni e Località:Santa Maria Pugliano

Comuni limitrofi: Anagni, Colleferro, Gavignano, Genezzano, Olevano Romano, Piglio, Segni, Serrone..

Distanza da Frosinone Km. 37

Autostrada: A1 Colleferro.

Notizie documentarie sicure compaiono solo intorno al 1085, quando un tal Trasmondo di Amato donò all’abbazia sublacense certi suoi beni posti nel territorio palianese, per cui si è falsamente ritenuto che Paliano fosse posto alle dipendenze dell’Abbazia di San Benedetto di Subiaco. Paliano invece era proprietà di un gruppo di condomini ed era conteso dai papi che solo con Gregorio IX ne acquistarono il possesso e ne recinsero l’abitato di mura. Paliano entrò così a far parte di un nuovo assetto politico del territorio e il suo castello diventò una delle roccheforti della Chiesa che dovevano garantire la sicurezza dello stato a sud.

Ma questa particolare funzione di Paliano venne meno con la caduta di Napoli in mani angioine: la cittadina fu ceduta a famiglie feudali. Prima ai Conti, poi ai Colonna che ne fecero uno dei loro capi saldi. Paliano fu quindi al centro delle lotte fra i ghibellini, Colonna e il papato. Durante l’esilio avignonese, quando le grandi famiglie lottarono per la supremazia su Roma, i Colonna vennero distinguendosi nei due rami di Paliano e di Palestrina. Il nostro borgo fu assediato da Girolamo Riario, nipote di Sisto IV, ma alla morte del pontefice gli assedianti si ritirarono.

Verso la metà del Cinquecento Paolo IV riuscì a privare i Colonna dei loro domini con i quali formò lo stato di Paliano elevato a ducato e dato quindi al nipote Giovanni Carafa. Fu in queste circostanze che si venne alla guerra fra il pontefice e il re di Spagna.

La città di Paliano venne assediata nel 1557 e nel suo territorio le truppe papali furono sconfitte. I Colonna fortificarono di nuovo la città, costruendo altri edifici nel forte, nuovi baluardi e nuove porte. Riorganizzato il loro stato, con capitale Paliano, vi posero la sede centrale delle loro forti milizie, vi edificarono un grande palazzo e contribuirono alla ricostruzione della chiesa arcipretale di Sant’Andrea. In questa chiesa venne trasportato, nel Seicento, l’affresco della Madonna di Zancati, pittura rupestre trecentesca conservata in un recesso del distrutto castello di Zancati.

Fra il Cinque e il Seicento la comunità si diede un assetto politico-amministrativo stabile e, malgrado la riduzione della popolazione dovuta alla terribile peste del 1656, a partire dal Settecento, cominciò un processo di disboscamento e riassetto del territorio suddiviso in quattro zone per rendere maggiormente organica la coltivazione. Alla fine del secolo XVIII anche Paliano fu investito dalla rivoluzione: qui, nel 1799, i paesani combatterono contro le truppe francesi che espugnarono la fortezza dopo tre giorni, distruggendo tutte le memorie del passato feudalesimo. L’abolizione dei feudi ridusse l’importanza della cittadina, che, nel 1816, rimase sede del solo governatore-giudice. Il forte, restituito dai Colonna allo stato pontificio, divenne carcere in cui furono rinchiusi diversi patrioti: si conserva un interessante carteggio di questi in occasione della spedizione garibaldina del 1867. Molti palianesi parteciparono alle vicende risorgimentali. Poi, dopo l’unificazione, Paliano divenne un serbatoio di manodopera della città eterna: molti palianesi vi trasferirono la loro attività, anche fruendo della ferrovia che passava poco distante.

Il Novecento

Paliano, con il nuovo assetto politico-amministrativo, fu inserita nel circondario di Frosinone, conservando la pretura. Furono anni fecondi di novità: si costruirono strade interne ed esterne, si abbassarono le mura castellane, si dotò il paese degli impianti dell’acqua potabile e dell’energia elettrica. Il forte divenne carcere giudiziario e Paliano venne collegato con Roma e Frosinone da una linea ferroviaria vicinale. Le risorse del territorio non furono però sufficienti alla numerosa popolazione che in parte emigrò verso il Brasile, costituendo folte comunità. Da sempre legato all’economia romana, molti palianesi hanno trovato lavoro negli stabilimenti di Colleferro. La seconda guerra mondiale investì la cittadina ciociara nel maggio 1944. Paliano diede il suo contributo alla lotta di liberazione ed ebbe le sue vittime per la rappresaglia nemica. I caduti sono ricordati da una cappella votiva e da un monumento in città. Le vivaci lotte contadine del primo dopoguerra ripresero dopo la fine delle ostilità; il problema era cruciale poi ché si trattava di trovare sbocco a una crescente richiesta di lavoro a fronte di un latifondo Colonna vasto ed improduttivo. Si giunse anche alla occupazione della terra e ad una vivace lotta politica, mentre cominciava a tramontare un aspetto tradizionale dell’economia locale: la grande proprietà terriera nelle mani di poche famiglie.

Si incrementò la piccola proprietà contadina e si formarono diverse aziende oggi altamente produttive. Nel secondo dopo guerra molti palianesi ripresero la strada dell’emigrazione verso Roma, altri trovarono impiego nelle ricostruite fabbriche colleferrine; nella palianese contrada del Castellaccio sorse un grande impianto per la lavorazione delle fibre tessili. La campagna piano piano si trasformò con lo sviluppo di un ricchissimo reticolo di aziende agricole e di allevamento, specializzate in coltivazioni per il mercato romano e per il mercato nazionale. Intanto erano cresciute altre forze in campo economico ed il paese si arricchiva di molte imprese nei campi più diversi. Alla fine degli anni Settanta decollò “La Selva”, una grande azienda-parco produttrice di vino venduto direttamente ai nùmerosi visitatori di un parco costellato di laghetti e popolato di animali.

Oggi Paliano è una comunità attiva ed intraprendente sul piano economico e sociale: ha ampliato notevolmente il patrimonio edilizio privato, ha costruito le reti dei servizi pubblici, restaurato e ricostruito le mura castellane e incrementato, infine, l’economia e gli impianti di produzione.

Il centro storico di Paliano sorge in posizione panoramica su una bassa collina nella valle del Sacco. E dominato dall’imponente fortezza, circondata da possenti bastioni del Cinque-Seicento al cui centro si eleva il palazzo principale, trasformato più volte a partire dall’Ottocento. Anche la parte più alta del centro storico dà l’impressione di un abitato con funzioni militari per via di particolari accorgimenti architettonici. L’intero territorio è abitato; le più antiche e note località sono San Proculo, Santa Maria Pugliano, Le Mole in cui vive una buona parte degli abitanti. Il centro storico si è ingrandito recentemente di un quartiere e di diverse abitazioni sorte lungo le strade di scollinamento che conducono alle località campestri e alle strade di collegamento trasversale, la Casilina e la Prenestina. Nel centro storico ancora si possono osservare le alte mura di origine medioevale, rifatte più volte nel corso dei secoli; al di sotto e al di sopra delle muraglie corrono due circonvallazioni che servono come arterie principali per il traffico.

E stata demolita la porta da cui si entrava provenendo da Anagni o da Fiuggi. Ridotte a livello di parapetto, le mura sorgono imponenti a disegnare un profilo urbano, disegnato sulla carta già nel Cinquecento. Sono ancora visibili due porte: la Porta napoletana è stata modificata e quella romana si erge ancora maestosa, con la sua merlatura. A partire dal forte si snodano una serie di stradine che scendono a valle, verso le due principali piazze e verso la circonvallazione con palazzetti e piccole case, alcune delle quali presentano ancora parati medioevali: in una di queste è inserito il volto scolpito di un combattente, forse un guerriero germanico. Oggi le abitazioni più antiche sono state in gran parte ristrutturate. All’ingresso orientale della cittadina sorge il Palazzo comunale, costruito negli anni Trenta. Nella piazza antistante, uno dei principali luoghi di ritrovo dei palianesi, è stato eretto il moderno monumento ai Caduti del 1944. Una corta strada interna conduce all’antica piazza principale, sulla quale prospettano la Chiesa di Sant’Andrea, il Palazzo Colonna e alcune belle case antiche.

Il Palazzo baronale, noto come Villa Colonna, pare sia stato disegnato dal Vignola; non è aperto ai visitatori e si presenta come un armonico edificio barocco. La Collegiata dì Sant’Andrea è stata riedificata su disegno di Sangallo il Giovane: vi si conservano opere di Sebastiano Conca e sculture del Bernini. Nella cripta è il sepolcro dei Colonna: vi riposano oltre a numerosi principi anche Giovanna d’Aragona, Anna Borromeo, Olimpia Pamphili, Lucrezia Tomacelli ed Isabella Gioeni. Fuori, nella piazza, si erge una piccola graziosa fontana chiamata localmente Navone, dall’altro lato la prospettiva è chiusa da un palazzotto cinquecentesco, con modanature tufacee. Un’altra fontana, detta Bellezza, più grande della precedente, sorge vicino alla Porta napoletana. Il Forte di Paliano, opera rinascimentale di Sallustio Peruzzi, è una massiccia costruzione più volte trasformata: della rocca originaria rimane solo il mastio incorporato nelle fortificazioni cinquecentesche.

A causa dell’attuale destinazione a penitenziario non è più visitabile la Sala del Capitano, affrescata da Federico Zuccari con il trionfo di Marcantonio Colonna, principe di Paliano e uno dei condottieri cristiani a Lepanto. L’affresco, un lungo fregio, rappresenta l’ingresso trionfale del Colonna a Roma avvenuto il 4 dicembre 1571 e rappresenta il lungo corteo in 25 scene.

Nel territorio del comune sorgono diversi interessanti monumenti. Una catacomba cristiana è situata nella contrada San Quirico. Un monumento singolare è la Mola dei Piscoli, rappresentativa di una serie di mulini sparsi per tutto il territorio comunale. La Mola dei Piscoli sorge ‘vicino ad una torre di avvistamento lungo il fiume Sacco, da cui si diparte un fossato che isola l’intero complesso: la torre e il mulino formano un insediamento molto pittoresco, isolato nella campagna composto da ruderi medioevali.

Anche la Chiesa di Santa Maria di Pugliano sorge nelle campagne e ha dato il nome alla omonima contrada. Essa è stata costruita nelle forme attuali nel corso del Settecento per opera dei passionisti e vi si conservano dipinti di Guido Reni e di altri artisti di età moderna. In questa zona già esisteva un abitato antico, Pulliano, castello scomparso nel corso del Duecento ed il cui territorio fu in seguito associato a quello di Paliano. Nelle vicinanze si scorgono ancora i resti delle costruzioni di un altro paese abbandonato, Zancati, distrutto nel Quattrocento: rimangono consistenti tracce nascoste nella vegetazione e si individuano il circuito murario, diversi edifici e un sistema idrico. Trasformato il sito in tenuta agricola, le rovine sono ora avvolte dal silenzio.

Alle estreme propaggini occidentali del territorio sorge il cosiddetto Castellaccio o Castel Mattia, fortificazione posta lungo la Casilina. Ancor oggi appare come un castello dotato di merlature e bastioni, ma è stato da tempo trasformato in fattoria: nel Duecento fu dei de Mattia i quali, da questa loro posizione, controllavano i loro avversari.

Fra i monumenti contemporanei va sicuramente annoverata l’originale palestra scolastica caratterizzata da una struttura avveniristica.

Nel comune palianese numerose sono le fabbriche. L’agricoltura, specializzata in vigneti e frutteti, ancora produce notevoli quantità di cereali, mais, foraggi; c’è an che un consistente allevamento, di pollame, ovino e bovino. L’espansione urbana è continua.

Si è verificato il recente insediamento di decine e decine di imprese, sia artigianali che della piccola industria, richiamate dalle agevolazioni finanziarie a favore del Mezzogiorno. Una buona parte della popolazione è occupata nelle industrie locali di Colleferro e di Anagni.

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