Frosinone è posto non lontano dalla confluenza
del piccolo fiume Cosa con il Sacco, corso d’acqua una volta navigabile fino
a Colleferro. E situato all’incrocio fra diverse strade: quella diretta alla
pianura Pontina e al mar Tirreno, quella per i monti Ernici e l’Appennino e
quelle per l’Abruzzo e il Sud. La città è raggiunta dall’autostrada del
Sole, dalla ferrovia Roma-Napoli e dalla via Casilina, l’antica via Latina,
che collega il Lazio con la Campania, attraversando l’intera provincia
frusinate. A questo fascio di strade si collega una viabilità locale che fa
di Frosinone, oggi come ieri, un punto nodale dell’intera valle del Sacco.
L’attuale città sorge sui resti di diversi antichi insediamenti e gode di
un’eccellente posizione panoramica: infatti, dall’alto della sua collina, si
gode un vastissimo panorama della valle del Sacco, dei tanti paesi del
circondano e dei monti che chiudono in tutte le direzioni l’ampia conca
ciociara. Per il nome non esiste un’etimologia precisa e sicura: fra le
ipotesi più accreditate vi è quella che fa derivare il nome della città
antica dalla gens etrusca Fursina. Testimonianze di
insediamenti dell’Età del ferro si sono trovate in diversi luoghi del
territorio frusinate, sia nella città vera e propria che nell’agro, ma la
presenza di un centro abitato vero e proprio è attestata solo in un periodo
successivo. Reperti sono stati individuati nella località Fontanelle, ove
pare si sia sviluppato parte dell’abitato volsco. Resti di ceramiche di
periodi storici diversi sono stati rinvenuti nei costoni del “Bel vedere”.
La città sorse al confine fra il territorio
volsco e quello ernico. Inizialmente pare che fosse stata una città volsca e
che avesse aderito alla lega ernica ribelle a Roma; nel 306, dopo la grande
vittoria dei romani, Frusino, questa la denominazione antica, venne
saccheggiata e ridotta a prefettura e i capi della rivolta decapitati.
Durante l’avanzata di Annibale il suo territorio fu devastato, ma la città
non si arrese al cartaginese. Forse da questo episodio scaturisce
l’appellativo onorifico attribuitole da Silio Italico Bellator
Frusino. La città è menzionata da scrittori antichi, sia latini che
greci, e alcuni di questi mettono in rilievo un’altra virtù degli antichi
frusinati: l’operosità come lavoratori de campi. Giovenale esalta la
tranquilla vita rustica di Frusino rispetto a quella caotica di Roma.
Sembra che Cicerone abbia posseduto una villa nel suo territorio. La città
fu prefettura, municipio e, forse, colonia militare: in quegli anni venne
cinta di mura e si arricchì di monumenti una parte dei quali è stata
successivamente ritrovata. Altri sono stati sistemati in sedi diverse come
una celebre statua rappresentante Marte, oggi in una collezione romana.
Non si hanno notizie certe sulla diffusione del
Cristianesimo a Frosinone. Come in altre città del Lazio meridionale, anche
nel capoluogo ciociaro è diffusa la leggenda di una predicazione di San
Pietro; si crede anche che vi sia stata un’antica diocesi. Le fonti
attestano che a Frosinone nacquero due pontefici: Sant’Ormisda il figlio,
San Silverio; quest’ultimo avversato dalla corte bizantina, fu relegato nel
l’isola di Ponza, ove morì. |