Coreno Ausonio

 

Provincia di Frosinone, abitanti 1.912, superficie Kmq 26,04, altitudine m.318

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La Storia

Coreno Ausonio solo in questo dopoguerra ha cominciato a trarre vantaggio dalla natura geologica del suo territorio, poiché in questi ultimi decenni le pietre del monte Maio, alle cui pendici giace il paese, sono state riconosciute quale pregevole marmo. Questo marmo, denominato Coreno, è oggi la fortuna del piccolo centro aurunco. La natura è stata, per il resto, avara con Coreno perché, anche se collocato in buona posizione, non gli ha dato una terra fertile.

Il paese di Coreno Ausonio è sorto lungo una strada pedemontana di collegamento, interna dell’area aurunca; la via parte da Ausonia e conduce ai paesi di Castelforte e Santi Cosma e Damiano. Si giunge a Coreno da Cassino, ma anche da Formia, i due principali centri del La zio meridionale.

Da Coreno si gode un ampio panorama verso il mar Tirreno, potendovi scorgere perfino le isole Pontine; dal monte Maio (metri 940) la vista spazia anche sul cassinate e sulla valle del Liri.

Abitanti: Corenesi

Festa patronale: Santa Margherita

Frazioni e Località: -

Comuni limitrofi: Ausonia, Castelforte, Castelnuovo Parano, Minturno, San Cosma e Damiano, Spigno Saturnia, Vallemaio.

Distanza da Frosinone Km. 62

Autostrada: A1 Cassino

Scorcio centro storicoCoreno fino al Cinquecento era un insieme di casali, denominate frazioni durante il regno napoletano, appartenenti al comune di Fratte (oggi Ausonia); solo in quel periodo si rese autonomo, costituendosi in comunità riconosciuta. La zona fu anticamente abitata, ma nel territorio corenese non si sono trovate antichità significative e per molti secoli la storia di Coreno coincise con quella di Fratte.

Secondo lo storico locale Giuseppe La Valle, i casali risalgono almeno all’anno Mille, e documenti da lui trascritti ci informano che le diverse frazioni non erano fortificate, e quindi non dettero mai vita a una terra murata.

L’origine del nome è fatta risalire alle parole greche Kora oinou, paese del vino; e infatti il vino è l’unica produzione notevole dell’antica Coreno: esso veniva esportato fino a Napoli.

Alcuni fanno invece derivare il toponimo da un’altra parola greca, Korinem, che indicherebbe la clava di Ercole, venerato in un tempio non lontano dal paese.

All’antico nome di Coreno nel 1862 venne aggiunto il secondo termine, Ausonio, per il solo motivo di distinguerlo da un Coreno in Lombardia.

Dal punto di vista politico-amministrativo il paese è stato sempre soggetto agli ipati (signori) di Gaeta e poi ai duchi di Traetto, fino al 1806, anno dell’abolizione della feudalità. Parrocchiale di Santa MargheritaSi trovava ai margini di questi domini, vicino ai confini territoriali della Terra di San Benedetto, possedimento dell’Abbazia di Montecassino. La storia corenese, per quanto se ne sa, consiste in poche notizie non collegate. Verso la fine del Trecento venne costruita la Parrocchiale di Santa Margherita, che sostituì una chiesa più antica, Santa Maria dei Vignali. Del Quattrocento possediamo una lista di fuochi, con l’elenco di 54 capifamiglie, che risulta utile per nomi e toponimi. Sempre al XV secolo risale la disputa con il comune frattese, che sottintendeva un desiderio di indipendenza, mascherato da motivazioni diverse: si aspirava alla separazione delle parrocchie e all’autonomia nell’amministrazione della giustizia, autonomia che venne raggiunta solo alla metà del Cinquecento e consacrata dalla redazione di uno statuto comunale nel 1591. La peste del 1656 provocò ingenti perdite con punte di 24 decessi al giorno. Ancora nel 1690, secondo un documento dell’epoca, i casali erano fortemente spopolati.

L’economia locale alla fine del Seicento era fondata sulla produzione di fieno, olive, frumento e mais; quando la produzione non era sufficiente, gli alimenti si acquistavano nei paesi vicini.

Nell’Ottocento Coreno seguì le sorti del regno napoletano passando, fra episodi oscuri di disordine e di brigantaggio, al regno unitario nel 1860. Dipese prima dalla provincia di Caserta, e dal 1927 da quella di Frosinone.

Particolarmente gravi i danni subìti da Coreno nella seconda guerra mondiale: quasi tutte le abitazioni furono distrutte o danneggiate. Di episodi gravissimi di violenza furono protagoniste le soldatesche germaniche e nordafricane.

Terminato il conflitto, i corenesi hanno ricostruito il paese, senza un preciso piano, sviluppandolo soprattutto lungo la strada di collegamento con la zona aurunca. Grazie alle numerose cave di marmo, l’économia è lievitata: numerose sono le imprese che lavorano in questo settore. Oggi Coreno è occupato nella valorizzazione delle sue cave, ogni anno si organizza una esposizione di marmi lavorati e di macchinari.

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