Cervaro

 

Provincia di Frosinone, abitanti 6.346, superficie Kmq 39,17, altitudine m.267

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Cervaro

Monte Rachis e Monte Aquilone

MONTE RACHIS porta il nome dell’inquieto e per tanti versi misterioso Duca del Friuli, Re dei Longobardi e poi frate benedettino Rachis o Rachi, che, costretto a rinunciare al regno per la seconda volta, infine si ritirò a Cervaro, nel 757. Rachis, nipote del re dei Longobardi Liutprando, nel 739 fu nominato duca del Friuli. Nel 744 succedette sul trono longobardo a re Ildeprando, con il favore dei cattolici e concludendo con Roma una pace duratura e favorevole ai Romani. Sposò la romana Tasia e ammise nella sua corte molti elementi filoromani, suscitando il sospetto e la reazione della tradizione politica longobarda. Quando invase la Pentapoli e il ducato di Perugia, Rachis si lasciò irretire dalle pressioni di Papa Zaccaria, andato di persona sotto le mura di Perugia; si ritirò dall’impresa militare contro i Bizantini, rinunciò al regno e si fece monaco benedettino, per mano del Papa Zaccaria, ritirandosi aMontecassino. Contemporaneamente, la moglie Tasia e la figlia Ratruda si fecero monache benedettine, ritirandosi nel convento femminile di Santa Scolastica a Piumarola. Il trono longobardo passò al fratello di Rachis, Astolfo, alla cui morte il monaco Rachis volle recuperare la dignità regale tentando di riconquistare il trono, ma gli venne meno l’appoggio del papa, che invece favorì l’ascesa al trono di Desiderio. Rachis tornò perciò monaco a Montecassino, da dove intraprese opera di evangelizzazione nelle terre di San Benedetto, tra cui Cervaro, dove avrebbe dato vita ad una comunità monastica ispirata alla devozione della Madonna.

MONTE AQUILONE, con i suoi 1270 metri d’altezza, domina Cervaro e l’intera pianura sottostante. La sua posizione orogeografica è strategicamente importante, perché costituisce nodo di confluenza di valli e convalli, di valichi e sentieri di penetrazione di vaste zone tra l’Appennino e le piane del Volturno da una parte e del Rapido e del Garigliano dall’altra. Donde proviene il nome di Aquilone, assegnato al monte più importante che sta a Nord di Cervaro? Molto probabilmente si deve far riferimento alla posizione del monte stesso, da dove proviene il vento forte e freddo di tramontana, detto aquilone. Più fantasiosa è l’ipotesi di un riferimento alla scomparsa città sannita di Aquilonia. Alla fantasia non sfugge, peraltro, l’immagine di un monte abbastanza elevato, da cui spiccavano il volo volteggiante le aquile, quando la pianura era brulicante di agnelli e cerbiatti che attiravano i possenti rapaci. Monte Aquilone si erge e sta come il grande nume protettore di Cervaro. Domina e accende l’immaginario collettivo, in cui appare potente gigante, padre dei venti, dei fulmini e delle bufere, ma anche origine di benefiche risorse acquifere, faunistiche e vegetali. Ha di fronte a sé Monte Cairo, con cui gareggia, dialoga e si scambia messaggi di fuoco, quando infuria la tempesta e i fulmini solcano le nuvole fino a precipitare a terra e i tuoni rimbombano e squassano la valle. In un proverbio locale, Monte Aquilone appare fornitore di acqua specialmente quando si veste di nebbia: Négghia agl’Aquilone, acqua aglie chepone.

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