Cervaro

 

Provincia di Frosinone, abitanti 6.346, superficie Kmq 39,17, altitudine m.267

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MERCATO, ARTIGIANATO, AGRICOLTURA

IL MERCATO di Cervaro è tra i più importanti e frequentati della Valle del Liri, ricco di merci, vario, tanto da effettuarsi, rarità e privilegio, per ben due volte la settimana, il giovedì e la domenica. Oggi offre soprattutto abbigliamento, calzature e tessuti, che più o meno si trovano anche nei negozi più comuni e correnti, con la differenza di poter pagare i prodotti a prezzi leggermente più convenienti. Ma al mercato non si va tanto per il “risparmio”, quanto per la tradizione, che costituisce un fatto comunicativo, sociale, interattivo, umano: al mercato si baratta, si contratta, ci si misura in bravura verbale, si litiga, si impreca.  E, inoltre, ci sono prodotti agricoli vari, dalle verdure alla frutta, che sono preferiti, perché provengono dalle coltivazioni locali, presumibilmente “genuini”, cioè non trattati con concimi e additivi chimici, come avviene a livello industriale. Non mancano venditori di pollame, salumi, chinchaglierie, fiori, piante ornamentali e da frutta, e il solito marocchino col carrettino ricco di tutto, dalle videocassette agli orologi, dagli autoaccessori agli accendini, dagli occhiali, anche quelli da vista!, alla bigiotteria, ai telefonini.

L’ARTIGIANATO E L’AGRICOLTURA, un tempo fiorenti, oggi sono diventati attività marginali, che non incidono sostanzialmente sul bilancio familiare e sull’economia del Paese. Lungo le vie interne del vecchio centro urbano c’erano decine e decine di botteghe artigianali fabbri, falegnami, calzolai, bottai, orologiai, ramai, orafi. Un battere continuo di martelli, un tintinnio di metalli, un rullio di mole, un fregare di seghe rendevano viva e allegra l’atmosfera paesana. In periodi particolari, poi, l’allegria e la vitalità diventano una festa, come al tempo della vendemmia e della vinificazione, della trebbiatura, della spannocchiatura. Particolarmente abili e rinomati erano i fabbri e gli orafi di Cervaro, di cui restano una solida tradizione e qualche nostalgico artigiano. I palazzi, le case, i balconi sono impreziositi da artistiche modanature, cancelli, balaustre, grifi, lanterne, in ferro battuto. Gli orafi di Cervaro producevano monili di ogni genere, dagli anelli alle collane, dalle spille agli orecchini, dai braccialetti alle catene. Una particolarità di manufatti degli orafi cervaresi erano gli oggetti apotropaici, cioè oggetti capaci di allontanare i malefici. Intorno all’attività orafa lavoravano essenzialmente due figure, una artigiana e l’altra commerciale: il “principale” e il “mercante”. Il principale era il maestro, o mastro, di bottega, produttore di manufatti d’oro; il mercante figurava da mediatore tra i committenti e i produttori. Presso le famiglie cervaresi si trovano ancora molti manufatti degli orafi locali, sì che è stato progettato un museo civico, per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale dell’arte orafa di Cervaro, che tanta importanza ha avuto nel passato, fino agli inizi del 1900, quando nel paese erano attivi circa trenta esercenti.

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