IL MERCATO di Cervaro è tra i più
importanti e frequentati della Valle del Liri, ricco di merci,
vario, tanto da effettuarsi, rarità e privilegio, per ben due
volte la settimana, il giovedì e la domenica. Oggi offre
soprattutto abbigliamento, calzature e tessuti, che più o meno
si trovano anche nei negozi più comuni e correnti, con la
differenza di poter pagare i prodotti a prezzi leggermente più
convenienti. Ma al mercato non si va tanto per il “risparmio”,
quanto per la tradizione, che costituisce un fatto comunicativo,
sociale, interattivo, umano: al mercato si baratta, si
contratta, ci si misura in bravura verbale, si litiga, si
impreca. E, inoltre, ci sono prodotti agricoli vari, dalle
verdure alla frutta, che sono preferiti, perché provengono dalle
coltivazioni locali, presumibilmente “genuini”, cioè non
trattati con concimi e additivi chimici, come avviene a livello
industriale. Non mancano venditori di pollame, salumi,
chinchaglierie, fiori, piante ornamentali e da frutta, e il
solito marocchino col carrettino ricco di tutto, dalle
videocassette agli orologi, dagli autoaccessori agli accendini,
dagli occhiali, anche quelli da vista!, alla bigiotteria, ai
telefonini.
L’ARTIGIANATO E L’AGRICOLTURA, un
tempo fiorenti, oggi sono diventati attività marginali, che non
incidono sostanzialmente sul bilancio familiare e sull’economia
del Paese. Lungo le vie interne del vecchio centro urbano
c’erano decine e decine di botteghe artigianali fabbri,
falegnami, calzolai, bottai, orologiai, ramai, orafi. Un battere
continuo di martelli, un tintinnio di metalli, un rullio di
mole, un fregare di seghe rendevano viva e allegra l’atmosfera
paesana. In periodi particolari, poi, l’allegria e la vitalità
diventano una festa, come al tempo della vendemmia e della
vinificazione, della trebbiatura, della spannocchiatura.
Particolarmente abili e rinomati erano i fabbri e gli orafi di
Cervaro, di cui restano una solida tradizione e qualche
nostalgico artigiano. I palazzi, le case, i balconi sono
impreziositi da artistiche modanature, cancelli, balaustre,
grifi, lanterne, in ferro battuto. Gli orafi di Cervaro
producevano monili di ogni genere, dagli anelli alle collane,
dalle spille agli orecchini, dai braccialetti alle catene. Una
particolarità di manufatti degli orafi cervaresi erano gli
oggetti apotropaici, cioè oggetti capaci di allontanare i
malefici. Intorno all’attività orafa lavoravano essenzialmente
due figure, una artigiana e l’altra commerciale: il “principale”
e il “mercante”. Il principale era il maestro, o mastro, di
bottega, produttore di manufatti d’oro; il mercante figurava da
mediatore tra i committenti e i produttori. Presso le famiglie
cervaresi si trovano ancora molti manufatti degli orafi locali,
sì che è stato progettato un museo civico, per la conservazione
e la valorizzazione del patrimonio culturale dell’arte orafa di
Cervaro, che tanta importanza ha avuto nel passato, fino agli
inizi del 1900, quando nel paese erano attivi circa trenta
esercenti. |