La Storia
È uno dei piccoli centri abitati della provincia di
Frosinone, situato proprio agli estremi margini del Lazio sui monti del
preappennino. Vicino sorgono altri paesini dalle stesse caratteristiche e dalla
medesima storia. Viticuso sorge presso un antico lago, esistito fino al tardo
Medioevo e poi scomparso per il carsismo.
Il territorio di Viticuso non sembra fosse abitato
nell’antichità: ancora attorno al Mille la zona era dominata dalla selva più
folta.
Solamente dopo lo stanziamento di un gruppo di
coloni marsicani, favoriti dai conti di Venafro, sorse il paese. Non c’è una
data precisa che segni la sua nascita, ma una pietra scolpita porta la data 1003
per cui si congettura che, attorno a tale anno, sia sorta una chiesa o un
insediamento militare.
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Abitanti:
Viticusani
Festa
patronale: Sant' Antonino.
Frazioni e Località:
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Comuni limitrofi : Acquafondata,
Cervaro, San Vittore del Lazio.
Distanza da
Frosinone Km. 79
Autostrada:
A1 San Vittore. |
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Ben presto la zona, pur appartendendo ai
conti di Venafro e soggetta all’autorità spirituale del vescovo della
stessa città, passò sotto l’influenza del vicino cenobio di
Montecassino, forse perché erede dei possedimenti e dei diritti di San
Vincenzo al Volturno.
A seguito di scontri con i normanni la
popolazione prima dislocata nell’ampio territorio montano fu concentrata
dall’abate Gerardo in zone protette da cinte fortificate. Rimasero fuori
delle mura certuni casali, posti ai confini con la zona molisana,
abitati da pastori e gruppi familiari. Il paese assunse così un ruolo
decisamente militare e per questo fu investito più volte da
combattimenti ed assedi. Nel corso del Duecento l’abate Bernardo
Aigleryo riordinò i possedimenti cassinesi e fissò le norme
amministrative, economiche e finanziarie che regolavano i rapporti fra
abbazia e popolazione viticusana. Nella guerra contro Giovanna Il fu
occupato da Braccio da Montone; nell’altra fra gli Angiò e gli aragonesi
fu conquistato dal conte di Trivento. Altri danni sono stati inflitti da
diversi terremoti, che abbastanza frequentemente si sono verificati
nella zona. La popolazione rimaneva esigua e, nel corso del Seicento,
calò ulteriormente; tuttavia Viticuso non scomparve come altri centri
della zona.
Con il Settecento ci fu una certa ripresa
demografica ed economica. Le conseguenze furono un’espansione
dell’abitato e la ricostruzione della chiesa principale. Con
l’Ottocento, al tempo del Murat, si vennero a precisare i ruoli fra i
comuni vicini e si formò solo comune, che si sciolse poi solamente a
Novecento inoltrato. Nel corso dell’Ottocento i viticusani vissero
intensamente il brigantaggio filoborbonico, che qui ebbe una sua
roccaforte. Con l’unità cominciò l’emigrazione degli abitanti. La
seconda guerra mondiale riservò a Viticuso un tragico destino: diventato
retrovia del fronte attestato a Cassino, fu soggetto a razzie, uccisioni
e alle distruzioni dovute ai bombardamenti alleati. Il paese fu tra i
primi a essere liberato, ma la distruzione era stata totale. La
difficile ricostruzione fu portata a termine dopo diversi anni e
modificando l’antico assetto del paese: molte case sono sorte lontane
dal centro storico e anche nella piana. Il centro urbano è solcato da
una bella gradinata che ascende verso la sommità, ove, superato un arco,
si entra nell’area dell’antico castello composta da una strada centrale
e poi da vicoli, da sottopassaggi e da gran di muri di costruzione. In
questa zona si erge la Chiesa principale, tutta in pietra con portale
tuscanico laterale; accanto il campanile che in precedenza era la torre
civica. Attorno al paese scorre una strada di circonvallazione con una
piazzetta con giardino ed esercizi commerciali. |