Vicalvi

 

Provincia di Frosinone, abitanti 775, superficie Kmq 8,24, altitudine m. 590

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COMUNI

La Storia

Il nome ha origine dal toponimo medioevale, Vicus Albus, attribuito al castello e al villaggio che, nel corso del Medioevo, erano sorti nello stesso luogo di un precedente insediamento dei volsci. Questi ultimi, a loro volta, insediatisi in un’area già popolata nel Paleolitico, avevano dato vita a un abitato di collina, fortificato da un notevole circuito murario di cui rimangono poche tracce. Al nucleo volsco, secondo le ipotesi di Marcello Rizzello, si sovrappose un villaggio romano, che colonizzò l’agro vicalvese edificandovi diverse ville rustiche. Di epoca romana era pure un importante santuario, oggi in località Pescarola, molto frequentato da pastori transumanti.

Le notizie sul paese medioevale risalgono al X secolo. La zona era dominata dai longobardi che avevano a Vicalvi un gastaldo.

 

Abitanti: Vicalvesi

Festa patronale: San Bernardino

Frazioni e Località: -   

Comuni limitrofi : Alvito, Casalvieri, Pontecorvo, Posta Fibreno.

Distanza da Frosinone Km. 42

Autostrada: A1 Ceprano.

Quando il territorio entrò nell’orbita dei conti dei Marsi, il castello vicalvese divenne la dimora comitale. Sul paese ebbero interessi anche i monaci cassinesi che possedettero una prepositura rimasta in vita sino alla fine del Medioevo (oggi è posta nel limitrofo comune di Casalvieri). Attraverso donazioni e passaggi di proprietà complessi, Vicalvi divenne feudo delle famiglie che hanno dominato il cominese facendo perno sulla rocca di Alvito, centro a cui Vicalvi è stato frequentemente associato. Ma questo è di peso anche dai signori sorani, per la sua posizione strategica a cavallo delle due conche, sorana e cominese. Il castello fu più volte attaccato ma raramente con successo, come accadde nel 1435 con Riccio di Montechiaro. Addirittura, l’esercito francese guidato dal celebre Odetto di Fois signore di Lautrecht, nell’anno 1528, fu respinto dagli assediati, che portarono sugli spalti persino le loro donne. Una formella della Villa Gallia a Posta Fibreno raffigura il castello vicalvese con la sua triplice cinta muraria e la fortificazione superiore che incombeva sul sottostante passaggio. Tale edificio è rimasto in pieno uso fino al secolo XIX; poi i danni degli occupanti tedeschi durante la seconda guerra mondiale, lo hanno ridotto a un rudere.

Tramontati i feudi, i vicalvesi rimasero fedeli ai Borbone concorrendo ad attaccare i liberali di Alvito, ma non parteggiarono per i briganti.

Dopo l’unità nazionale si ridussero i legami politici e amministrativi con l’abitato di Posta; alcune frazioni rurali a seguito di controversie e provvedimenti legislativi costituirono comuni autonomi o passarono sotto altra giurisdizione. Fu un grave colpo per Vicalvi che perse molti abitanti, dopo quelli emigrati massicciamente a partire dalla fine del secolo XIX. Progressivamente la gente scese a valle, abbandonando le case in collina e costituendo un nucleo centrale lungo la strada Sora-Cassino, ove erano posti i servizi pubblici principali.

Attualmente Vicalvi è uno dei centri abitati più piccoli e attivi della provincia di Frosinone, sebbene non vi siano grandi risorse locali. Il centro storico è statoto talmente restaurato.

In alto il paese è dominato dal vecchio Castello che incombe sulla conca di Posta e sul passaggio fra le due valli.

Nelle vicinanze del castello c’è un Palazzetto con portale rinascimentale e attorno diverse abitazioni abbandonate e cadenti.

Si scende verso il paese passando per la porta superiore della cinta muraria; Vicalvi è praticamente composto da una strada che si snoda a serpentina sui fianchi del colle, fra due file di case; le abitazioni e la strada sono state restaurate dai danni del terremoto del 1984. Più in basso ancora si trovano una minuscola piazzetta, la vecchia sede comunale e la Chiesa di San Giovanni Evangelista con interno barocco, affreschi sulla volta e diversi quadri moderni. Il pulpito ligneo è anch’esso di stile barocco. Su un altare moderno una formella novecentesca rappresenta l’Ultima Cena.

Nella parte orientale il paese ha notevoli edifici che si affacciano sulla valle sottostante con improvvisi squarci panoramici.

Si può osservare molto nitidamente, posto sulla sella di Vicalvi, il Convento di San Francesco che, secondo una pia leggenda, avrebbe ospitato il santo assisiate durante uno dei suoi viaggi.

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