Terelle

 

Provincia di Frosinone, abitanti 951, superficie Kmq 31,67, altitudine m. 902

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TERELLE

L'Emigrazione

Il fenomeno emigratorio, a Terelle, si può far risalire al Settecento, concomitante con la transumanza, che portava i pastori terellesi nelle pianure pontine e specialmente nelle campagne di Terracina. Come in molti paesi delle zone appenniniche, i pastori di Terelle praticavano la transumanza: destate erano bastanti per le loro gregge i pascoli montani, ma d’inverno bisognava recarsi a pascolare in pianura, dove i rigori del freddo erano più sopportabili e dove c’erano pascoli sufficienti. L’estate i pastori terellesi la dedicavano ai lavori di campagna, alla semina grama del frumento, all’orto, ai modestissimi uliveti. Uva non ce n’era. Inoltre, l’estate era riservata alle feste di famiglia, come gli sponsali e le prime comunioni, e alle feste paesane, come quella di Ferragosto e San Rocco, San Vincenzo il 31 agosto, Sant'Egidio il primo settembre. Si festeggiava anche la Madonna di Canneto, al cui santuario si era soliti andare in pellegrinaggio, o, come si diceva, in “compagnia’. Dopo la festa del Patrono, Sant’Egidio, il primo di settembre, si era pronti per partire, prevalentemente verso Terracina. Ma la transumanza dei pastori di Terelle ha assunto una fisionomia diversa da tutte le altre: ha instaurato con il luogo di accoglienza, Terracina appunto, una relazione empatica, una reciproca disponibilità, come per una sconosciuta affinità etnica da divenire familiare, come un’intesa sentimentale che è andata sempre più crescendo. Ai primi del Settecento, un certo pastore Bianchi, che frequentava Terracina, si ritrova a svolgere le mansioni di guardiano della Torre dell’isola di Ponza. Allora l’isola era spopolata e il Bianchi si adoperò a favorire il ripopolamento cercando di distruggere la gran quantità di conigli selvatici che infestavano quel suolo. A seguito dello spostamento di molti Terellesi, a Terracina si formò una vera e propria colonia, con un accampamento fatto di costruzioni di paglia e di legno, che peraltro andò distrutto da un incendio e poi riedificato in muratura. L’ondata migratoria più nutrita verso Terracina ci fu negli anni Venti-Trenta, in coincidenza con la bonifica dell’agro pontino. Nel decennio tra il 1921 e il 1931, a Terelle ci fu un calo della popolazione da 3350 abitanti a 2558, a causa dell’emigrazione. Ormai i Terellesi residenti a Terracina sono moltrssimi; hanno acquistato terreni, si sono costruiti case, hanno intrapreso e svolgono i più disparati mestieri e professioni.

L’emigrazione extranazionale più diffusa Terelle l’ha impiantata in America, negli Stati Uniti, e in Francia. Il legame con la madre patria resta vivo e ogni anno si rinnova il rito del ritorno di americani e francesi di Terelle, nonostante si renda sempre più difficoltoso il viaggio, specialmente da quando il “cambio” non è più vantaggioso come una volta.

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