San Biagio Saracinisco

 

Provincia di Frosinone, abitanti 500, superficie Kmq 31,06, altitudine m. 866

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COMUNI

La Storia

Il nome di San Biagio deriva dalla chiesa dedicata all’omonimo santo; nel corso dell’Ottocento vi si aggiunse l’attributo Saracinisco per ricordare la presenza saracena nel territorio.

Il paese sorge in un territorio che, nell’antichità, fu popolato dai sanniti e in seguito, dopo aspre battaglie, fu conquistato dai romani. In località Omini morti si trova un sepolcreto costituito da tre gruppi di tombe disposte a file, che forse risale all’epoca degli scontri sannitico-romani. Nella zona, comunque, già esisteva un insediamento stabile, come dimostra il rinvenimento di tracce di un villaggio protostorico abitato da coltivatori. Molti reperti archeologici sono conservati presso l’Antiquarium di Atina.

Dalla sua posizione strategica, San Biagio poteva controllare i passi montani delle strade comprese tra il Cominense ed il Sannio.

 

Abitanti: Sanbiagesi

Festa patronale: San Biagio

Frazioni e Località: -

Comuni limitrofi del Lazio: Vallerotonda, Sant'Elia Fiumerapido, Villa Latina, Picinisco.

Distanza da Frosinone Km. 64

Autostrada: A1 Cassino

Lago di Cardino - comune di San BiagioDopo la sconfitta avvenuta presso il Garigliano nel 915, alcune bande di saraceni trovarono rifugio in queste zone. Alle loro scorrerie posero fine degli armati sorani, aiutati da un infiltrato: in un gruppo delle tombe di Omini morti pare che siano inumati anche questi saraceni.

Proprio per difendersi dalla minacciosa presenza araba venne costruito un castello situato all’esterno dell’attuale centro urbano di San Biagio forse per iniziativa dei conti dei Marsio dei monaci cassinesi, ai quali il paese appartenne per lungo tempo.

Nel corso del XIII secolo passò di proprietà fra i diversi signori che dominavano la valle di Comino e in particolare Alvito, condividendone le sorti, subendo le conseguenze delle guerre fra gli eredi di Giovanna Il e fra angioini e aragonesi nel corso del Quattrocento: durante questo periodo gli eventi bellici determinarono la scomparsa di alcuni abitati della zona.

La consultazione dei vari censimenti attesta che il paese fu sempre di ridotte dimensioni: nel Cinquecento annoverava poche decine di abitanti, nel corso del XVII secolo si spopolò per essere poi di nuovo abitato da famiglie provenienti dai paesi vicini. Mentre nel Medioevo era presente una ramificata organizzazione ecclesiastica, con arciprete e un collegio di chierici, nel Settecento San Biagio poteva contare solamente su un sacerdote inviato periodicamente dall’abate di Montecassino. I sambiagesi vennero coinvolti solo marginalmente dagli avvenimenti di fine Settecento e dell’Ottocento: l’unico fenomeno rilevante fu il brigantaggio, che gravò molto sulla vita del paese.

Con l’unità d’Italia cominciò l’emigrazione, continuata anche in questo dopoguerra e che ha ridotto notevolmente il numero degli abitanti.

La seconda guerra mondiale venne combattuta lungamente sul fronte sambiagese: la popolazione fu costretta a sfollare e il paese venne completamente distrutto.

Immerso in scenari d’incomparabile bellezza, il territorio comunale di San Biagio ricade nel versante laziale del Parco nazionale d’Abruzzo. Monti e boschi dominano il paesaggio; calanchi franosi e rocce spuntano dai boschi, costellati da ampi spazi, già utilizzati come pascoli. Il centro urbano è piccolo: un pugno di case sopra una collina posta allo sbarramento di una valle. L’abitato è diviso in due dalla strada centrale che passa davanti alla Chiesa di San Biagio e risale verso il Mouse. Diverse case sono state vendute ai turisti, provenienti per lo più da Napoli e da Cassino.

Una zona in espansione è la località Pratola, posta lungo la provinciale per Isernia, nelle cui vicinanze è il lago artificiale di Cardito. Il laghetto è circondato da monti e boschi: vi si pratica la pesca ed il windsurf.

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