Roccasecca

 

Provincia di Frosinone, abitanti 7.532, superficie Kmq 42,95, altitudine m. 205

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ROCCASECCA

I Santuari di Sant'Angelo a Caprile e dello Spirito santo sul Melfa

Sono rimasti vivi nella tradizione, aperti al culto e molto frequentati dalla devozione popolare i due santuari di Sant’Angelo a Caprile e dello Spirito Santo sul Melfa, meta ogni anno di fedeli del posto e dei comuni limitrofi.

Sant’Angelo, o San Michele Arcangelo, è situato sulla estrema costa orientale di Monte Asprano, al di sotto del Castello di Roccasecca, nella frazione di Caprile. Si raggiunge salendo da Caprile, attraverso un sentiero erto, sulla strada medievale dell’antica Caprile di cui restano muri elevati che rendono molto caratteristico, d’altri tempi, l’intero tratto paesaggistico: scheletri di Medioevo tra secolari ulivi sempreverdi, ciuffi di stramba, esotici fichi d'india e agavi inaccessibili. A proposito di quegli ulivi secolari, sparsi un po’ dovunque per il monte: a chi abbia letto nei Regesti (registri) di Bernardo, abate di Montecassino, del 1270, che “iuxta ecclesiam Sancti Michi (presso la chiesa di San Michele) c’erano “pedes olivarum” (piante di ulivo), fa un certo effetto di mistero accedere oggi, dopo tanto tra scorrere di secoli, a quella stessa chiesa di san Michele e ritrovare ancora ulivi, degli stessi ceppi di allora, fare la guardia al santuario e a quelle dirute costruzioni, quasi a dire che ci sono cose e valori che resistono ad ogni distruzione degli uomini e del tempo impietosi.

Al di sotto di un orrido scoscendimento, nell’incavo di una grotta rocciosa, s’incontra una costruzione in cemento armato che nasconde in parte e protegge l’antico santuario di sant’Angelo in Asprano: una chiesetta dall’umile primitiva architettura, che però sorprende al suo interno per la presenza di alcuni affreschi. Si tratta di una costruzione addirittura anteriore alla nascita del Castello di Roccasecca e risalente all’antico culto dell’Arcangelo, venerato già dai Longobardi, i quali erano particolarmente devoti a questo Santo da dedicargli svariati santuari, tra cui quel lo più famoso al Gargano. La chiesa di Sant’Angelo in Asprano esisteva già nel 991, mentre la costruzione del Castello di Mansone iniziò nel 994. Gli affreschi hanno uno stile bizantino-benedettino. Nell’abside figura la dominante figura di Cristo Pantocratore nell’atteggiamento tipico della benedizione e nella classica mandorla, che è propria di simili rappresentazioni, sostenuta da angeli in voli vorticosi di grande effetto cinetico. Al di sotto c’è la Vergine Maria in orazione. A destra di chi guarda ci sono sei apostoli. A sinistra altri apostoli di cui si vedono solo tratti drappeggianti delle tuniche. Entrando nella chiesa, nella parete di sinistra, c’è la figura di San Michele, che denota uno stile posteriore rispetto a quello bizantineggiante dell’abside. Nella parete di destra, invece, sono stati prelevati affreschi più antichi, con un Cristo in abito longobardo, conservati nella più idonea sede della Madonna delle Grazie a Caprile. Si tratta di una Crocefissione particolare e rara: il Cristo Crocifisso è vestito; Longino, il soldato che squarciò il costato di Cristo e poi si convertì, non ha in mano la lancia ma una fune e inoltre calza le nostre tipiche cioce, il che fa pensare ad un artista locale.

Il santuario rupestre dello Spirito Santo, detto anche della Santissima Trinità, si trova abbarbicato sul pendio scosceso del monte San Nicola, dominante a picco sul Melfa, all’inizio della gola del cosiddetto “Tracciolino”, l’antica strada borbonica che conduceva alle fonderie d’Atina. Si tratta di una piccola costruzione, una chiesetta con romitorio, accessibile tramite un roccioso sentiero inerpicante che inizia dal ponte romano sul Melfa. E’ stata tradizione andare allo Spirito Santo il lunedì di Pasqua. Si andava da tutti i paesi della Ciociaria. Da qualche tempo la festività è stata riportata secondo il calendario liturgico, al giorno della Pentecoste, festa dello Spirito Santo e della Santissima Trinità.

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