La Storia
Non c’è un’origine accertata del nome Pignataro,
mentre il secondo termine scaturisce dal ricordo dell’antica colonia romana di
Interamna Lirenas. Quest’ultima venne fondata dai romani quando,
nel IV secolo a.C., per controllare i sanniti e i coloni, si insediarono in
un’area ove erano già presenti nuclei abitati, forse di popolazioni volsche. La
colonia decadde in epoca imperiale e venne distrutta durante le più tarde
invasioni germaniche; nella zona sorse poi un piccolo castello, Terame o
Termini, distrutto al tempo di Federico II. Oggi non si osservano grandi resti
dell’antico insediamento di Interamna, un ponte e qualche lacerto di muro, ma
durante i lavori agricoli vengono frequentemente alla luce interessanti reperti.
Alcuni sono stati recuperati, qualche colonna è stata reimpiegata nella Chiesa
del Santissimo Salvatore di Pignataro, ma una buona parte è andata ad adornare
le case degli emigranti pignataresi in America. |
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Abitanti:
Pignataresi
Festa
patronale: Santissimo Salvatore
Frazioni e
Località:
Comuni
limitrofi: Cassino, Sant'Apollinare, San Giorgio a Liri,
Esperia, Pontecorvo, Piedimonte San Germano, Villa Santa Lucia.
Distanza da
Frosinone Km. 51
Autostrada:
A1 Cassino |
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Sembra che una parte degli abitanti di
Interamna Lirenas abbia fondato l’abitato di Pignataro. Il nuovo
centro abitato esisteva già prima dell’anno Mille: nel 997 si menzionano
un borgo e una chiesa, la cui popolazione si era sollevata contro l’abate
di Montecassino. Il piccolo paese fu ben presto inquadrato nella
colonizzazione benedettina che qui pose un fedele gruppo di normanni nel
1018, come presidio per difendersi dai signori di Aquino.
Con le guerre
fra papato e impero, durante il regno di Federico Il, gli abitanti
abbandonarono il sito e solo dopo molti decenni il castello venne nuovamente
popolato. Il paese già nel XIII secolo non doveva essere molto piccolo
poiché era la sede di un iudex, ma vennero poi le guerre di
spartizione fra spagnoli e francesi, combattute molto aspramente lungo il
Garigliano, che lo condussero alla rovina: Pignataro decadde al rango di
casale. Per questo motivo fu unito a San Germano da cui si emancipò solo
all’inizio dell’Ottocento. A partire dal Settecento, la popolazione si
accrebbe anche se il paese era formato da una strada e da una fila di case
ad un sol piano: molti contadini, pochi artigiani, pochissimi
commercianti. Nel corso dell’Ottocento il ricostituito comune subì gli
avvenimenti dell’unificazione e la prima fase dell’emigrazione. Un momento
tragico della storia locale fu costituito dalla seconda guerra mondiale:
il paese, bombardato più volte, venne distrutto completamente. La
popolazione, sparsa per le campagne, resistette sia ai bombardamenti che
all’occupazione tedesca: si formò un reparto di partigiani e il paese ebbe
le sue vittime. Caposaldo della linea Gustav, l’intero territorio comunale
si trovò per molti mesi in prima linea.
La gran parte della popolazione di Pignataro è
sparsa nelle campagne, raccolta in diverse contrade rurali. L’antico
centro storico, piuttosto piccolo, distrutto durante la seconda guerra
mondiale, sorgeva sopra un colle, distaccato con una tagliata dal terreno
circostante e circondato da mura. Gran parte delle case sono state
ricostruite, anche se si notano ancora diversi ruderi magari con bei
portali ottocenteschi.
E stata ricostruita la Parrocchiale del
Santissimo Salvatore, caratterizzata da torri campanarie gemelle, da
ampi e recenti affreschi all’interno e da un tentativo di murales
all’esterno. L’altra parte del centro è formata da costruzioni moderne,
alcune ardite come il Palazzo comunale: una grande torre circolare. Nelle
campagne si nota qualche antico casale, magari in corso di trasformazione
e riadattamento.
Dopo la grande emigrazione del secondo
dopoguerra, con la gente che si dirigeva prima verso l’America
settentrionale e meridionale e poi verso l’Europa, l’industrializzazione
degli anni Settanta ha consentito un forte recupero demografico con un
recente, notevole, incremento. Nell’agricoltura, c’è stato anche lo
sviluppo della produzione ortofrutticola rivolta al mercato cassinate,
nonché l’espansione dei servizi, in gran parte legati alla presenza
dell’industria e della strada di scorrimento veloce Cassino-Formia. |