Giuliano di Roma

 

Provincia di Frosinone, abitanti 2.258, superficie Kmq 33,99, altitudine m.363

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COMUNI

La Storia

Giuliano di Roma è situato ai confini occidentali della provincia di Frosinone, a cavallo del passo della Palombara che segna lo spartiacque fra la valle del Sacco e quella dell’Amaseno. Il paese sorge alle spalle del monte Siserno sopra un modesto rilievo che si affaccia proprio sull’ampia valle del fiume Amaseno. Il nome deriva dal medioevale Castrum luliani a cui, dopo l’unità d’Italia, è stato aggiunto il richiamo alla provincia romana da cui dipendeva il comune.

Recentemente sono stati trovati resti archeologici appartenenti ad una grande villa romana costruita presso il passo della Palombara, ma non è certo che nella zona sia stato costruito un villaggio sin dal l’antichità. Le prime testimonianze sul l’esistenza di un vero e proprio insediamento risalgono al Medioevo, quando, nel 1125, il menzionato Castrum luliani compare nelle pagine della “Cronaca” di Fossanova.  

 

Abitanti: Giulianesi

Festa patronale:San Biagio.

Frazioni e Località: -

Comuni limitrofi: Ceccano, Maenza, Patrica, Prossedi, Supino, Villa santo Stefano.

Distanza da Frosinone Km. 17

Autostrada: A1 Frosinone

Da allora siamo a conoscenza di diversi episodi della storia giulianese: i numerosi saccheggi durante i continui passaggi di truppe per la strada di collegamento fra Campagna e Marittima, le soste di personaggi (notissima è quella di Innocenzo III nel 1208 in occasione della quale si allestì un ricchissimo convito e si fece una giostra), i passaggi da una signoria all’altra (fino al Trecento il paese fu nelle mani dei de Ceccano, poi passò ai Caetani ed infine ai Colonna).

La vita di Giuliano in Campagna — così era denominato nell’età moderna — scorreva senza grandi accadimenti: all’inizio dell’Ottocento si registra la presenza del brigantaggio che, appoggiato da diversi giulianesi, imperversava nella zona.

Nel 1855 sorse un Santuario dedicato alla Madonna della Speranza. Con l’unità d’italia anche a Giuliano si generò un movimento di rinnovamento e di adeguamento del paese alle esigenze del resto della nazione. Giuliano subì notevoli distruzioni durante la seconda guerra mondiale perché vi si combatté una breve ma intensa battaglia per la conquista del passo della Palombara. In questo dopoguerra molti giulianesi sono emigrati, diversi hanno abbandonato i campi per diventare impiegati ed operai.

L’abitato si presenta ancora compatto, circondato da una strada antemurale di recente costruzione. A nord-est e a sud, lungo la via che conduce alla superstrada Frosinone-Latina, è sorto un agglomerato di case moderne. Il paese, di impianto in gran parte tardomedioevale, è costituito da un complesso di abitazioni sorte in modo abbastanza regolare attorno alla sommità, oggi rappresentata dalla piazza Santa Maria. Il luogo, in origine occupato dal castello, fu poi riorganizzato attorno alla chiesa e alla piazza. Da quest’ultima si diparte una serie di strade radiali che conducono alle contrade interne ed al circuito murario, oggi scomparso poiché ingiobato dalle case, sorte sopra le mura. Alla sommità del centro storico si eleva la settecentesca Chiesa di Santa Maria Maggiore, che, consacrata nel 1783, è stata eretta sul posto dell’antico castello. Il tempio possiede copie di opere di pittori celebri (Solimena, Conca, Saraceni), un bel coro ligneo ed un organo del secolo XVIII. Il massiccio campanile, costruito sul maschio del complesso medioevale, domina tutto l’abitato. Tra le costruzioni notevoli si distingue il Palazzo Narducci, edificio del primo Ottocento che presenta un elegante portale neo classico.

Alle spalle del paese si eleva il monte Siserno di appena 789 metri, ricco di lecci e prati su cui pascola il bestiame. Vi si trovano due cavità, chiamate “grotta Barbone” e “grotta del Corvo”, per molto tempo rifugio di briganti. Altre grotte carsiche si trovano sui Lepini e nella valle di monte Acuto. In contrada Le Prata dalla sorgente detta “Sor Tomasso” sgorga acqua oligominerale, salutare per la gotta e la calcolosi.

Fra le memorie popolari vi è quella di una colonia ebraica inviata al paese da un imprecisato papa; di essa sono rimasti alcuni cognomi fra gli abitanti e due toponimi del centro storico: la Giudea e il Vicolo del Ghetto.

Buona parte della popolazione è pendolare: offrono lavoro le città vicine e quelle delle zone industriali di Frosinone, Cassino e Priverno. Una valle interna, nelle pieghe dei Lepini, nasconde Monteacuto, un insediamento medioevale che ancora conserva consistenti tracce dell’abitato. Già luogo fortificato, forse utilizzato in seguito come lazzaretto, questo luogo era noto perché il culto religioso veniva celebrato in una grotta e nel soprastante cenobio benedettino: la grotta, dedicata a San Michele Arcangelo, conserva ancora avanzi murari di una cappellina. Oggi la zona è completamente abbandonata, frequentata solo dai pastori della vicina, omonima frazione.

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