La
chiesa è dedicata a Santa Maria (dello Sperone), ed è da annoverarsi fra le più
antiche chiese di Arce: ciò si può presumere anche dall’ubicazione stessa,
infatti essa è posta nella parte più alta del centro storico in un punto dove si
incontravano gli antichi tracciati delle vie di comunicazione lungo le quali,
con il lento trascorrere dei secoli, si è aggregato il nucleo urbano.
Della sua
esistenza troviamo tracce molto antiche, infatti essa è annotata nelle Rationes
Decimarum degli anni 1308, 1310 e 1325.
Da
un’elencazione di uno studioso del 1811, D. Pasquale CAYRO, troviamo notizia che
la chiesa in passato era stata “Parrocchiale e curata” e che la stessa fu unita
con la parrocchia di S. Nicolò e successivamente unita ancora con la
parrocchiale di San Pietro.
Queste semplici e scarne annotazioni sono sufficienti a farci comprendere
l’importanza che aveva un tempo la chiesa che viene definita “Parrocchiale”: la
stessa era sede di una parrocchia alla quale fu aggregata quella di San Niccolò,
da identificarsi con la chiesa di S. Nicola a Porta Germani, oggi noi conosciamo
la sola ubicazione ma fino a qualche anno fa potevamo osservarne i ruderi.La
chiesa attualmente
è di forma rettangolare, divisa in due navate, ha due porte d’accesso una sulla
navata maggiore ed una sulla navata minore.
La
chiesa ha da sempre avuto un altare dedicato all’Addolorata nella navata
maggiore, l’altro nella minore era dedicato anticamente, come ci informa il
CAYRO, a Santa Lucia, attualmente è sotto
il titolo del Crocifisso, esso infatti è sovrastato da un grande crocifisso in
legno. Al lato
dell’altare maggiore, si trovano affrescati S. Lucia e S. Giuseppe, sotto detto
altare vi è una statua del Cristo Morto ed al di sopra in una nicchia l’effigie
dell’Addolorata; altre statue qui si conservano in delle nicchie ai lati della
navata maggiore e sono di S. Gabriele dell’Addolorata e di S. Teresa del Bambin
Gesù.
Ad antica memoria di
questa costruzione si può ancora ammirare, vicino l’ingresso principale, un
antico acquasantiere in pietra; resta anche memoria di una pietra lavorata con
l’inscrizione latina “LOTRIA. SEX. IVINCIA”, tale pietra è murata nella chiesa
ma attualmente a causa dell’intonacatura non è possibile rintracciarla.
Curiosità relative a questo luogo sono
tante; abbiamo detto in precedenza che in questa chiesa si conserva, sopra
l’altare minore, un crocifisso in legno. Da notizie raccolte si sa che raramente
questo viene tolto dalla sua nicchia; ma si ricorda che nel 1893, dopo che da
febbraio a metà aprile non pioveva, questo crocifisso insieme a Sant’Eleuterio
fu portato in pellegrinaggio nelle contrade, arrivati alla loro ultima tappa,
nella cappella di Santa Croce, venne a piovere così forte che per dieci giorni
le sacre immagini dovettero restare lì. La devozione per l’effigie della Madonna
Addolorata da parte della popolazione di Arce è stata sempre altissima, così
ricorrendo il “terzo centenario” nel 1930, la popolazione volle donare alla
Madonna una corona d’oro; per raggiungere lo scopo l’intera popolazione
contribuì portando in dono alla madonna l’oro necessario per fondere la corona,
a tale scopo venne appositamente da Napoli un orafo che trasformo prima l’oro in
un lingotto dal peso di 1,3 Kg e che successivamente diventò la splendida
corona. La cerimonia di incoronazione avvenne il 28 settembre del 1930 in piazza
Umberto I alla presenza del Vescovo Diocesano Mons. Antonio Maria Iannotta, di
quello di Pozzuoli Mons. Giuseppe Petrone e delle autorità civili e militari di
Arce, Rocca d’Arce e Colfelice; il discorso ufficiale fu tenuto da Padre Rosario
Licari di Palermo. Ha perenne ricordo di questo avvenimento fu redatto un atto
pubblico a cura del Notaio Francesco Tronconi, il parroco d’allora, Mons.
Giuseppe Marrocco, compose per l’occasione due inni alla vergine. Ultimo
cappellano della chiesa fu Don Gaetano Pulcini. In settembre ricorrendo il
maggior numero di feste in onore della Madonna viene sempre organizzata una
piccola festa in suo onore precedendo la stessa con un settenario di preghiera e
riflessione. La chiesa ha subito dei restauri, i primi organizzati dalla
confraternita dei “Dolori di Maria e Cinque piaghe di Gesù”, la cui sede era
proprio questa chiesa, i successivi, realizzati nel 198.. a cura di un gruppo di
offerenti denominati “Dame e Cavalieri di Maria SS. Addolorata”.
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