E'
la più antica delle chiese di Rocca d'Arce, del XV secolo. Si
chiama anche Chiesa di Sant'Antonio. Essa risale all'età
castellana ed era situata all'angolo meridionale del sistema
difensivo del castello, da dove iniziavano le Muratte (le mura
che erano lungo l'attuale Murata di Arce) e la via di Santa
Maria dello Stincone. La Chiesa di Sant'Agostino offre una linea
architettonica semplice, austera, pulita, in prevalente stile
pre-romanico. Gran parte della parete frontale, fin quasi a
toccare il rosone, è realizzata in pietra squadrata in pietra e
sormontata da una lunetta ad arco a tutto sesto. Sullo spiovente
al lato destro, guardando la facciata, e sito un piccolo
campanile, facente parte della primitiva costruzione. Il Rosone,
nella parte frontale, è di chiaro stile pre-romanico. La torre
campanaria è dietro la Chiesa a monte, e costituisce corpo a se
stante: una costruzione posticcia, adattata nella fattezza allo
stile pre-romanico. Ad ogni modo è una costruzione
architettonicamente ammirevole ed è molto evidenziata la
sopraelevazione del sagrato, preceduto da una gradinata, sotto
cui è ricavato un piccolo cimitero, ormai chiuso ed
inaccessibile. E' da ritenere che questa Chiesa fosse la più
importante, in epoca medievale, di tutta l'area Arce-Rocca
d'Arce interessata al Castello. Nel 1343 la regina Giovanna I
nominò rettore della Chiesa di Santa Maria, dovendosi intendere
Santa Maria dello Stincone e quindi di Sant'Agostino, Riccardo
De Bartolomeo. E' possibile confondere Santa Maria dello
Stincone con Santa Maria dello Sperone, che corrisponde
all'attuale Santa Maria del Centro Storico di Arce. Entro la
Chiesa di Sant'Agostino furono sepolti due personaggi del XV e
XVI secolo: Isidoro Vasquez e Bartolomeo y Alarcon. Isidoro
Vasquez, cavaliere della corte di Alfonso I d'Aragona, morì in
Rocca d'Arce nel 1453 ed era stato, insieme a Giovanni Lull,
governatore di Arce; sulla sua tomba fu scritto: "Isidoro
Vasquez, Eques Aragonae, Castellanus et gubernator pro Arcis et
Roccae. Hic reqiescat anno salutis MCDLIII". Bartolomeo y
Alarcon aveva avuto da Carlo V d'Asburgo il governo militare dei
ducati di Sora e di Arce. Morì nel 1533 e fu sepolto nella
chiesa di Sant'Agostino con la seguente epigrafe: "Bartholomaeus
y Alarcon Caesaris Capitaneus et Castellanous obiit III idus
Aprilis MDXXXIII". L'interno della chiesa non presenta la
stessa purezza di stile che appare nella facciata esterna. La
luce alle pareti laterali è presa attraverso otto monofore in
stile bizantino. L'altare maggiore, della cappella centrale,
conserva lo stile romanico, con arco a sesto tondo. Gli altri
due altari hanno l'arco a sesto acuto, di tipo gotico. Nella
cappella centrale permane un affresco che risale all'epoca della
costruzione della Chiesa, raffigurante il Crocifisso e, ai lati,
la Madonna e Sant'Antonio Abate: perciò la Chiesa è stata
chiamata anche di santa Maria e di Sant'Antonio. Il passaggio
dei Francesi,nel 1799, non lasciò indenne la Chiesa di Sant'Agostino,
che fu devastata e lasciata poi in stato di completo abbandono,
senza tetto, senza porte, occupata poi dagli abitanti del posto
per ammassarvi paglia e fieno, per rimettervi gli animali, per
stendervi biancheria ad asciugare. Solo nel 1920 fu costituito
un comitato per il ripristino dell'edificio alla funzione
propria. Nel 1928 la Chiesa fu riaperta al culto, dal parroco di
Rocca d'Arce Don Antonio Camilli. Il 28 agosto, festa di Sant'Agostino,
si svolge nella contrada una tradizionale fiera di merci e
bestiame, in passato molto importante e fruita da numerosi paesi
limitrofi. Presso la Chiesa di Sant'Agostino, riportata come
Santa Maria, esisteva un convento di Frati Francescani, o
Conventuali, soppresso nel 1652 le cui rendite furono aggregate
al Seminario. L'edificio di tale convento corrisponde al
fabbricato dell'ex Molino Lancia.
Da "La Valle del Liri"
Mario Mollicone Marcello Rizziello
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