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Acquafondata |
La storia
Secondo la storiografia cassinese, sino all’anno Mille le montagne e le conche dell’altopiano erano ancora coperte da boschi e popolate da bestie feroci. A questo proposito si ricordano alcuni versi scritti nel 787 da Pietro Varnefrido: “Nel silenzio della notte solevano ululare i lupi feroci e squittire le volpi puzzolenti, riempivano i paesi con grugniti spaventosi gli orsi e gli irsuti cinghiali”. Il paese deve la sua origine al processo d’incastellamento voluto dai conti di Venafro che fondarono i villaggi fortificati di Acquafondata, Casalcassinese e Viticuso. Tutti e tre comparvero dopo l’anno Mille quando già era in atto la forte rinascita del cenobio cassinese che rivendicava il possesso della zona. Probabilmente un primo insediamento venne creato nel 1003 sul monte Sant’Antonino, con la costruzione di una chiesa e di una casa. Qualche anno più tardi, in torno al 1017, il conte di Venafro edificò i tre castelli dei villaggi, contrastato dai monaci che tra il 1088 e il 1089 finirono per acquisirne la piena signoria. Montecassino incrementò il popolamento dell’area per mezzo di coloni provenienti dalla Marsica, dall’Abruzzo e dal Molise, e si giunse così alla costituzione dei comuni rurali. Tutto il territorio di Acquafondata era demanio dell’abbazia cassinese e i terreni venivano concessi con un contratto livellare per ventinove anni in cambio di un canone, di donativi e servizi. Passarono i secoli. Secoli di durissimo lavoro che videro il borgo progredire molto lentamente: nel Settecento il paese contava poco più di 400 abitanti compresa Casalcassinese. La situazione della zona venne poi complicandosi quando la rivoluzione francese e il periodo napoleonico aggiunsero violenza a violenza e mi seria a miseria. Né si ebbero condizioni di vita migliori con la restaurazione borbonica prima e con l’unità d’italia poi. Il territorio era infestato dai briganti e le connivenze erano talmente complesse che la stessa guardia nazionale di Acquafondata fu accusata di collaborazione con i briganti e venne sciolta. I tre paesi di Acquafondata, Casalcassinese e Viticuso furono unificati amministrativamente nel 1811 e nel 1863. Nel 1902 Viticuso recuperò l’autonomia amministrativa mentre Casalcassinese rimase legato ad Acquafondata che dal 1927 fu incluso nella provincia di Frosinone. Il paese visse una tragica esperienza con la seconda guerra mondiale: rimasto per diversi mesi sulla linea del fronte, venne in gran parte distrutto dalle artiglierie e dalle incursioni aeree. Molte le vittime fra la popolazione civile che dovette subire anche le violenze delle truppe nordafricane dell’esercito francese.
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