La colonia latina di Fregellae venne
fondata dai Romani nel 328 a.C. sul pianoro alla sinistra del Liri oggi detto
Opri. Il nome di Arx Fregellana già identificava un insediamento di
Volsci situato nell'attuale Roccadarce. I Sanniti conquistarono la Fregellae
volsca intorno al 350 a.C. e, in seguito, affrontarono i Romani e distrussero
Fregellae nella II guerra sannitica (328-304 a.C.), provocata proprio dalla
fondazione della colonia nel loro territorio. Alla vittoria romana seguì, nel
312 a.C., una nuova deduzione coloniale. La posizione strategica della città
nei pressi della confluenza del Liri con il Sacco, oggi definitivamente
confermata dagli scavi archeologici, ne spiega la grande importanza.
Con la colonizzazione romana
del Lazio meridionale, la Valle del Liri, importante asse di penetrazione verso
la Campania, verrà varolizzata dal completamento della Via Latina.Questa
arrivava a Fregellae da Frosinone (Frusino) lungo il tracciato
dell'attuale Via Casilina e, attraversando la città da nord a sud,
proseguiva alla volta di Aquinum.
Fregellae si distinse nel
contrastare pericolosi nemici che da sud avanzavano su Roma lungo la Via Latina:
durante la marcia di Pirro (280 a.C.), ad esempio, o
al momento di quella di Annibale (211 a.C.). Il prestigio derivato dal valore
militare ed economico gli valse il ruolo di rappresentante delle colonie latine
nelle legazioni di Roma. L'egemonia è testimoniata anche dall'estensione del suo
territorio, l'Ager Fregellanus. Ribellatasi a Roma per il rifiuto della
cittadinanza agli Italici, venne da questa distrutta a scopo dimostrativo; a ciò
seguì l'abbandono definitivo del sito e il trasferimento di parte dei coloni
superstiti poco più a sud, nella nuova colonia di Fabrateria Nova, presso
l'attuale lago di San Giovanni Incarico.
Gli scavi effettuati sino ad
oggi dell'antica Fregellae, corrispondono ad un'area di più di 90
ettari. L'abitato era attraversato per tutta la lunghezza da una via
principale identificabile con il tratto urbano della Via Latina e cardo
maximus del reticolo viario della colonia. Sono stati individuati tratti
dell'originario basolato di calcare e, sotto di questo, è stata rilevata
la presenza di una grande canalizzazione da identificare probabilmente
con l'acquedotto
della
città.
Altre strade (decumani)
intersecavano perpendicolarmente la via principale ogni 67 metri e, incrociando
altre vie ad essa parallele (cardines), dividevano
l'abitato in insulae, isolati regolari. Lungo il cardo maximus, si estende la
zona pubblica il cui elemento principale è il foro: una piazza grande di circa
155 metri per 55, sui lati brevi della quale si trovano dei "pozzetti" in pietra
per l'alloggiamento dei pali destinati alla temporanea delimitazione, in
occasione dei comitia, delle "corsie" elettorali realizzate mediante la tesatura
di corde. A nord del foro si trova il comizio e, in occasione a questo, i resti
della curia, luogo di riunione del senato della colonia.
Nei pressi dell'area pubblica è stato esplorato un quartiere di abitazioni: si
tratta di case aristocratiche che comprende anche un grande complesso termale.
Tra i luoghi di culto identificati quello meglio noto è il Santuario di
Esculapio, dio della medicina, collocato fuori della città.
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